Regolarizzazione.

La poesia può certamente – e deve pretendere di farlo – indicare nuove narrazioni possibili nell’assordante e becero scontro politico che riguarda corpi e persone, prima che operai e forza lavoro. Perché la “regolarizzazione” non deve mai essere un privilegio o un ricatto, ma il riconoscimento dell’esistenza di un essere umano, indipendentemente da quanto profitto potremmo ricavarci (anche perché regolarizzarsi costa tanto, troppo, in tasse e contributi a uno stato che ti ha già macellato).

Un piccolo contributo, una piccola mia poesia, per questo tempo infame.

 

Regolarizzazione.

L’Italia è una Repubblica basata sul

nostro dolore – infamante quel termine:

regolarizzazione, perché non c’è riscatto,

perché lascia permesso l’umano a

uno stato allibratore. Non abitiamo la

pelle le ossa il nostro intimo decoro ma

solo gli anfratti rimossi del nostro lavoro.

E l’inverno comincia sulle calde e

sporche mani a raccogliere arance

esplose di colore – un odore che ci

illumina e scompare nell’aria, come

qualcosa che piange e non sa consolare.

Poi le stagioni rotolano ancora coi

pomodori e con le fragole – un rosso

di sangue e sudore così simile alla

salvezza quando arriva – forse – per

un corpo alla deriva in un mare abissale.

E poi basta, a nascondersi, a lasciarsi

dis-umanizzati nelle reti del caporale.

Non bastò il sacrificio del nome – delle

parole delle orme perse, il loro suono

sordo, del frustato addome. Le nostre

braccia in-braccianti cassette e storie

sfiorenti nei campi dove nessuno

ci vede mai né mai saprebbe.

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Autore: Giulio Gasperini

Nato nella Maremma toscana trent'anni fa (ora più, ora meno), studente a Firenze e Roma, adesso operatore sociale ad Aosta. Senza dubbio si può definire un "migrante". Ma solo per passione, perciò fortunato. Al quarto libro di poesie ("Migrando", END Edizioni, 2014), cercare di star fermo il meno possibile: non ha ancora trovato nessun antidoto (ammesso che lo stia cercando) alla sua irrequietudine. In uscita, il libro da lui curato con la collega Tiziana Gagliardi "Stran(i)eri. Storie di alfabetizzazione" (END Edizioni, 2019) che raccoglie l'esperienza dei tre anni della Scuola di italiano DoubleTe per richiedenti asilo e profughi di Aosta.

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