Non bisogna necessariamente avere figli per sentirsi madre. E, a volte, essere madre significa avere il coraggio di lasciar partire le figlie e i figli per realizzare i loro impegni morali (bentornata Silvia!). Ecco, #avocealta, la magnifica Io vado del poeta kurdo Latif.
Tratto da “Canti d’amore e di libertà del popolo kurdo” curato da Laura Schrader Ferraro e pubblicato da End Edizioni.
Nato nella Maremma toscana trent'anni fa (ora più, ora meno), studente a Firenze e Roma, adesso operatore sociale ad Aosta. Senza dubbio si può definire un "migrante". Ma solo per passione, perciò fortunato. Al quarto libro di poesie ("Migrando", END Edizioni, 2014), cercare di star fermo il meno possibile: non ha ancora trovato nessun antidoto (ammesso che lo stia cercando) alla sua irrequietudine. In uscita, il libro da lui curato con la collega Tiziana Gagliardi "Stran(i)eri. Storie di alfabetizzazione" (END Edizioni, 2019) che raccoglie l'esperienza dei tre anni della Scuola di italiano DoubleTe per richiedenti asilo e profughi di Aosta.
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