Leggere le poesie di Sylvia Plath è una discesa nelle profondità intime e strazianti di una donna dall’esistenza complessa e sulla quale si è sempre molto speculato. Con una precisione chirurgica, la Plath trasforma con la potenza poetica la sua personale narrazione in storia universale e persino profetica. Oggi, #avocealta, leggo uno dei suoi capolavori, Io sono verticale.
Nato nella Maremma toscana trent'anni fa (ora più, ora meno), studente a Firenze e Roma, adesso operatore sociale ad Aosta. Senza dubbio si può definire un "migrante". Ma solo per passione, perciò fortunato. Al quarto libro di poesie ("Migrando", END Edizioni, 2014), cercare di star fermo il meno possibile: non ha ancora trovato nessun antidoto (ammesso che lo stia cercando) alla sua irrequietudine. In uscita, il libro da lui curato con la collega Tiziana Gagliardi "Stran(i)eri. Storie di alfabetizzazione" (END Edizioni, 2019) che raccoglie l'esperienza dei tre anni della Scuola di italiano DoubleTe per richiedenti asilo e profughi di Aosta.
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