A voce alta: Ode alla rivoluzione di Vladimir Majakovskij
Non si può chiedere la fine delle rivolte se non si chiede (e si pretende), allo stesso tempo, la fine delle condizioni discriminanti che le hanno fatte nascere, come ha ben spiegato in un video Alexandria Ocasio-Ortez. Solo l’instaurazione di una giustizia sociale, civile, sanitaria è ciò che può fermare la rivolta. Oggi, #avocealta, Ode alla rivoluzione di Vladimir Majakovskij.
Nato nella Maremma toscana trent'anni fa (ora più, ora meno), studente a Firenze e Roma, adesso operatore sociale ad Aosta. Senza dubbio si può definire un "migrante". Ma solo per passione, perciò fortunato. Al quarto libro di poesie ("Migrando", END Edizioni, 2014), cercare di star fermo il meno possibile: non ha ancora trovato nessun antidoto (ammesso che lo stia cercando) alla sua irrequietudine. In uscita, il libro da lui curato con la collega Tiziana Gagliardi "Stran(i)eri. Storie di alfabetizzazione" (END Edizioni, 2019) che raccoglie l'esperienza dei tre anni della Scuola di italiano DoubleTe per richiedenti asilo e profughi di Aosta.
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