Terra di grandi poeti, la mia amata Toscana dette i natali, nel 1260 circa a Cecco Angiolieri, poeta graffiante e volutamente dissacrante, famoso per alcuni suoi sonetti trasformati in canzoni, molti secoli dopo. Particolarmente interessanti sono le tenzoni poetiche con altri scrittori suoi contemporanei, come Dante Alighieri; Cecco Angiolieri, infatti, si distinse per non aderire ai nuovi canoni del Dolce stil novo ma, anzi, presentandone una caricaturale rifrazione, scegliendo di poetare della nuova dimensione borghese attraverso rappresentazioni realistiche e schiette. Oggi, #avocealta, un sonetto che fa parte proprio della tenzone poetica con l’Alighieri.
Nato nella Maremma toscana trent'anni fa (ora più, ora meno), studente a Firenze e Roma, adesso operatore sociale ad Aosta. Senza dubbio si può definire un "migrante". Ma solo per passione, perciò fortunato. Al quarto libro di poesie ("Migrando", END Edizioni, 2014), cercare di star fermo il meno possibile: non ha ancora trovato nessun antidoto (ammesso che lo stia cercando) alla sua irrequietudine. In uscita, il libro da lui curato con la collega Tiziana Gagliardi "Stran(i)eri. Storie di alfabetizzazione" (END Edizioni, 2019) che raccoglie l'esperienza dei tre anni della Scuola di italiano DoubleTe per richiedenti asilo e profughi di Aosta.
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