La Porta d’Europa

Una mia poesia, tratta da Migrando (End Edizioni, 2014).

 

La Porta d’Europa.

Sulla soglia traccio un solco con

la punta della scarpa. L’orizzonte

tutt’attorno di azzurro si scontorna

e squaderna un respiro di vento.

L’ombra cala, si appoggia alla terra,

solleva la polvere che dovunque si

posa. Non conosco direzioni né

provenienze, come acqua che si finge

incolpevole e innocente travasa.

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A voce alta: “Una volta sognai” di Alda Merini

I monumenti servono a ricordare, a farci riflettere, a permetterci un’occasione di dubbio e di riflessione. Ovviamente, diventano sterili nel momento in cui sono avviticchiati su sé stessi e non hanno una prospettiva di pensiero. Credo che la Porta d’Europa di Lampedusa fosse un ottimo luogo dove avere l’opportunità di assumersi una responsabilità umana e civile. Ieri, la Porta è stata vandalizzata: indice, all’opposto, di una regressione di pensiero, non tanto per l’opera d’arte in sé ma quello che il gesto sottendente. Oggi, #avocealta, leggo Una volta sognai, poesia che Alda Merini scrisse (e che fu letta per la prima volta) per l’inaugurazione della Porta, il 28 giugno 2008.

(Foto da Corriere.it)

Di Lampedusa (con Sandro Penna)

L’isolamento domiciliare ha portato con sé, oltre lo sguardo delle finestre cieche, il ricordo delle isole che più amo; quei luoghi che, assurdamente (odiando io con forza viscerale il mare e la sua fruizione più becera), sono diventate case, rifugi, approdi certi nel delirio frenetico del movimento.

Ecco, allora, che con le parole, unico strumento che io sappia – così così – usare, è nata questa poesia per la mia più meridionale isola.

 

Di Lampedusa (con Sandro Penna)

Come si muove il vento entro l’agosto

e il novembre – un lungo ritorno di

colori acque racconti dove si sfasciano

le sponde degli orizzonti. Albero Sole

mi sostiene, come sul palmo della mano,

mi spinge alto e proietta la mia ombra

oltrebordo, tra quelle rocce e quei versi di

cavazze che mi chiamano un lento ricordo.

La mia ombra lunare so dove si poggia:

sulla balconata di Piazza Castello, alla

base remota del Faro di Levante, dove

il mare sconfina nel cielo e il vento

scontorna il tempo – declinato tutto e

posticipiato – com’era l’onda sullo scoglio

aperta. Non domino il tempo futuro –

non esiste nella mia lingua privata. Quando

tornerò alla mia isola di una volta, ricercherò

le compagne di allora, lo sguardo che basta

e che aspetta tutto colmo di guarenti parole.

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A voce alta: l’epitaffio di Lyman King di Edgar Lee Masters

Importante è ascoltare i morti, non tanto per bieche strumentalizzazioni politiche, ma perché la narrazione delle vite degli altri serve per il “benessere” di tutti. Come accade nel cimitero di Lampedusa e come accadde nell’immaginario cimitero di una cittadina americana, in uno dei testi fondanti del Novecento letterario, l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Oggi leggo #avocealta l’epitaffio di Lyman King.

Io ♥️ Lampedusa

Lampedusa è da sempre un faro che illumina la notte, un appiglio nella tempesta, una certezza per i naufraghi, un orizzonte possibile aperto ai venti e ai viaggiatori, una biblioteca ricca che è sempre porto sicuro, un balsamo di calma negli affanni.

Io ♥️ Lampedusa (e molt* di coloro che la popolano).

I drammi a colori.

Su NotizieMigranti.it ho recensito il libro di Francesco Piobbichi, Disegni dalla frontiera (Claudiana), un atlante a colori dei drammi degli Anni Dieci del nostro nuovo millennio.

 

Lampedusa, torno a casa.

Sul numero 9 de La macchina sognante la narrazione del mio viaggio a Lampedusa per il 3 ottobre 2017. Buona lettura!

http://www.lamacchinasognante.com/lampedusa-torno-a-casa-reportage-di-giulio-gasperini/

3 ottobre 2013.

Per il 3 ottobre 2014, a un anno dal naufragio che è costato la vita a 366 migranti, scrissi un editoriale per la rivista Versante Ripido (http://www.versanteripido.it/editoriale-di-gasperini/) dal titolo “Già un anno e nulla è ancora cambiato”.

Il 3 novembre 2013 è stato creato a Lampedusa il “Giardino della memoria”: sono state piantate 366 piante della macchia mediterranea in ricordo delle vittime.

Foto di Giuseppe Milana.

Sotto il cielo di Lampedusa II

Dopo il grande successo di “Sotto il cielo di Lampedusa – Annegati da respingimento” della casa editrice Rayuela Edizioni (http://www.rayuelaedizioni.com/), sta per uscire il secondo volume, con una nota introduttiva di Gino Strada e con una mia poesia, “Sale”, scritta a un anno di distanza dal naufragio del 3 ottobre 2014.