Di Alexander Langer, 1994.
1. La compresenza pluri-etnica sarà la norma più che l’eccezione; l’alternativa è tra l’esclusivismo etnico e la convivenza;
2. Identità e convivenza: mai l’una senza l’altra; né inclusione né esclusione forzata;
3. Conoscersi, parlarsi, informarsi, inter-agire: “più abbiamo a che fare gli uni con gli altri, meglio ci comprenderemo”;
4. Etnico magari sì, ma non a una sola dimensione: territorio, genere, posizione sociale, tempo libero e tanti altri denominatori comuni;
5. Definire e delimitare nel modo meno rigido possibile l’appartenenza, non escludere appartenenze ed interferenze plurime;
6. Riconoscere e rendere visibile la dimensione pluri-etnica: i diritti, i segni pubblici, i gesti quotidiani, il diritto a sentirsi di casa;
7. Diritti e garanzie sono essenziali ma non bastano; norme etnocentriche favoriscono comportamenti etnocentrici;
8. Dell’importanza di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera. Occorrono “traditori della compattezza etnica”, ma non “transfughi”;
9. Una condizione vitale: bandire ogni violenza;
10. Le piante pioniere della cultura della convivenza: gruppi misti inter-etnici.
Manchi.