La propaganda.

La metafora disneyana della propaganda leghista e della destra sovranista

La bella e la bestia è, incontestabilmente, un capolavoro.

Film del 1991, fu primo cartone animato a guadagnarsi la candidatura come “Miglior film” agli Oscar.

Tanti aspetti me lo fanno adorare: dalla canzone “Beauty and the beast” cantata da Céline Dion e vincitrice dell’Oscar; dalla morte per AIDS del compositore Howard Ashman, scomparso poche settimane prima del rilascio del film; dalla presenza di Angela Lansbury come doppiatrice, nell’originale, di Mrs. Bric; l’amore di Belle per i libri e l’invidia (pacifica) che provo per la grande biblioteca del castello della Bestia.

Ma ieri sera, all’ennesima proiezione su Rai Uno, mi è apparso chiaro, chiarissimo, un altro motivo di ammirazione: la scena nella quale Gaston, agitando lo specchio magico, aizza la massa contro la Bestia, per bieche motivazioni di meschino tornaconto personale, è apparsa come la perfetta metafora disneyana della propaganda leghista e della destra sovranista non solo in Italia ma sotto ogni cielo. Perché i sovranisti son la stessa montagna di merda ovunque.

Mi astengo, ovviamente, da qualsiasi considerazione sulla massa e la sua incapacità di visione acritica. Rinunciare al libero arbitrio (e pensiero) e preferire la propaganda al pensiero autonomo è una colpa vergognosa.

La conoscenza è un atto d’amore, perché ci rende liberi.

bestia14

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