A voce alta: Aspettami ed io tornerò di Konstantin M. Simonov

La poesia #avocealta di oggi è dello scrittore sovietico Konstantin M. Simonov, autore di romanzi, testi di viaggi e reportage giornalistici da vari fronti di guerra. Aspettami ed io tornerò è una poesia che sa di benedizione, in un tempo ombroso come il nostro: una promessa di nuovi appuntamenti e nuovi incontro, nonostante il dolore e la morte.

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A voce alta: Teniamoci stretti che c’è vento forte di Guido Catalano

Non sono un estimatore della poesia di Guido Catalano, ma esiste questa sua poesia che descrive in modo magistrale l’unico atteggiamento possibile in questa nostra epoca di crisi su più fronti: costruire la comunità. Oggi, #avocealta, Teniamoci stretti che c’è vento forte.

A voce alta: Poesia contro l’ansia di Ilma Rakusa

L’ansia, per molt*, è una compagna di vita tenace e resiliente. Nella lettura #avocealta di oggi, la scrittrice svizzera Ilma Rakusa ci insegna come anche la poesia possa essere un antidoto prezioso ed efficace: Poesia contro l’ansia.

A voce alta: Mediterraneo di Ana Luísa Amaral

Il Mediterraneo non è semplicemente un mare: è un simbolo di opposti richiami. Da un lato, un ponte, un crocevia di contatti e contaminazioni; dall’altro, una muraglia, una frontiera, un confine ancora più feroce perché liquido e ineffabile. È un simbolo, il Mediterraneo, anche per chi abita lontano dalle sue rive: è il caso della scrittrice di oggi, Ana Luísa Amaral, portoghese, e della sua magnifica Mediterraneo. #avocealta

A voce alta: Barbablù di Edna St. Vincent Millay

Edna St. Vincent Millay fu attivista e convinta femminista: in questo sonetto, Barbablù, rivisita in chiave poetica la celebre favola di Charles Perrault (come fece Angela Carter nello splendido racconto La camera di sangue). #avocealta.

Illustrazione di Alessandra Psacharopulo

A voce alta: Le migrazioni notturne di Louise Glück

Le migrazioni notturne è una delle poesie di Louise Glück, Premio Nobel per la letteratura 2020, riconoscimento “per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”. #avocealta

A voce alta: Pioggia di Raymond Carver

Terza poesia sull’errore: questa volta è Raymond Carver a parlarcene, un maestro della narrativa breve e magistrale cantore dell’altra faccia degli Stati Uniti, quella delle feroci differenze sociali. Oggi, #avocealta, la sua Pioggia.

A voce alta: Numero sbagliato di Wislawa Szymborska

Errare è umano; pertanto inevitabile. Lo dice uno dei proverbi più conosciuti e usati e lo dice anche Wislawa Szymborska in una sua fantastica e potente poesia, “Numero sbagliato”, letta oggi #avocealta.

A voce alta: Dichiarazione di morte di Fernando Miguel Bernardes

Torno oggi a leggervi una poesia #avocealta in omaggio alla Sea Watch 4 che ieri è salpata per il suo compito di cura e di salvataggio nel Mar Mediterraneo. La poesia di oggi, del poeta portoghese più volte arrestato durante la dittatura di Salazar, Fernando Miguel Bernardes, si intitola “Dichiarazione di morte”.

A voce alta: Nel giorno del mio compleanno di Anne Stevenson

Una poesia, Nel giorno del mio compleanno, di Anne Stevenson, per capire più in profondità cosa comporta festeggiare il proprio anniversario. Oggi, #avocealta.

A voce alta: poesia di Bertolt Brecht

L’analfabeta politico, quello che appoggia il “politico corrotto e imbroglione”, è il principale e più virulento vulnus della vita democratica degli stati: ce lo spiega bene il grande Bertolt Brecht in questa poesia che pare scritta proprio per questa nostre folle contemporaneità. #avocealta

A voce alta: Definizione della poesia di Boris Leonidovič Pasternak

Cos’è la poesia? Se lo sono chiesto in tante e in tanti, e se lo chiede anche Boris Leonidovič Pasternak in questa miracolosa ed evocativa poesia del 1917, intitolata Definizione della poesia. Oggi, #avocealta.

A voce alta: sonetto di Cecco Angiolieri

Terra di grandi poeti, la mia amata Toscana dette i natali, nel 1260 circa a Cecco Angiolieri, poeta graffiante e volutamente dissacrante, famoso per alcuni suoi sonetti trasformati in canzoni, molti secoli dopo. Particolarmente interessanti sono le tenzoni poetiche con altri scrittori suoi contemporanei, come Dante Alighieri; Cecco Angiolieri, infatti, si distinse per non aderire ai nuovi canoni del Dolce stil novo ma, anzi, presentandone una caricaturale rifrazione, scegliendo di poetare della nuova dimensione borghese attraverso rappresentazioni realistiche e schiette. Oggi, #avocealta, un sonetto che fa parte proprio della tenzone poetica con l’Alighieri.

A voce alta: poesia di Kuki Gallmann

La storia della vita di Kuki Gallmann mi ha sempre affascinato, fin da quando ero un ragazzino che guardava sognante il planisfero e si immaginava le bellezze dell’Africa. Nata nel 1943 a Trevisto, dal 1972 vive in Kenya, nel suo ranch a Laikipia, dove ha fondato la Gallmann Memorial Foundation, per la protezione dell’ambiente e degli animali selvatici, in memoria del marito Paolo e del figlio Emanuele, morti nel 1980 e nel 1983. Oggi, #avocealta, una sua poesia del 1975 tratta dal libro Il colore del vento.

A voce alta: Canzone di Allen Ginsberg

Allen Ginsberg trasformò l’intera sua vita in un’opera d’arte. A iniziare da quella prima raccolta, Urlo e altre poesie (1957), che fu tellurica e rivoluzionaria, facendolo affermare come una delle voci più potenti della beat generation. Nel 1965 Fernanda Pivano lo fece pubblicare in Italia, con la raccolta Jukebox all’idrogeno (titolo suggerito da lui stesso), dove erano contenute le prime due raccolte: “Urlo e altre poesie” e Kaddish e altre poesie (1961). Oggi, #avocealta, la sua Canzone.

A voce alta: E morte non avrà più dominio di Dylan Thomas

Esordì giovanissimo nel 1934, a venti anni, con la raccolta 18 poems, diventando subito voce scandalose e dirompente, per i temi trattati e per lo stile di rottura. Dylan Thomas visse una vita breve ma prolifica, caratterizzando il Novecento mondiale con le sue poesie tessute di folclore locale (legato al Galles e al suo villaggio di nascita), e richiami di religione biblico-contadina. Si dice che Robert Allen Zimmerman, nel 1961, scelse di chiamarsi Bob Dylan proprio in omaggio al poeta gallese. Oggi, #avocealta, la sua splendida E morte non avrà più dominio, contenuta nella sua prima silloge (traduzione di Roberto Sanesi).

A voce alta: Ho chiaramente visto di Jack Kerouac

Fondatore e anima narrante della beat generation, soprattutto col suo romanzo-manifesto On the road (1957), Jack Kerouac fu anche potente poeta, rompendo le classiche forme e metriche, i temi e le prospettive. Oggi, #avocealta, leggo una sua poesia, Ho chiaramente visto, contenuta nell’antologia Poesia degli ultimi americani, edita nel 1964 e curata da Fernanda Pivano: fu un’uscita impattante nel panorama culturale italiano, perché per la prima volta si ebbe uno sguardo profondo sulle questioni sollevate dalla beat generation.

A voce alta: Haraga di Ingrid de Kok

Termine controverso, “haraga” (che significa “colui che brucia”) è un’autodefinizione dei migranti che bruciano i propri documenti per non essere identificati e cercare di arrivare in Europa, soprattutto dal Maghreb. Il termine “haraga” diventa così l’azione stessa del “bruciare mare e confini”. Oggi, #avocealta, la poesia Haraga della scrittrice sudafricana Ingrid de Kok.

A voce alta: Spiegami, amore di Ingeborg Bachmann

La scrittura e l’indagine di Ingeborg Bachmann sono profonde e complesse. Sublime narratrice, in particolare di racconti, fu anche raffinata poetessa, sondando le profondità dell’intimo e dei sentimenti umani. Oggi, #avocealta, Spiegami, amore.