«Che ti sia lieve la terra», eroici amori del quotidiano.
Quattro sono le donne protagoniste del romanzo di Camilla de Concini (Che ti sia lieve la terra, YouCanPrint), quattro sono i punti di vista, i percorsi, le traiettorie di vita. Donne di ogni età, donne che rincorrono sé stesse e le altre oltre confini e influenze culturali, che squadernano la loro femminilità in ogni ambito e aspetto del loro vivere e del loro agire.
Nur, Olivia, Irena e Nina sono le quattro voci, presenti e passate, che si intrecciano nel racconto di una storia corale e comune, di vissuti tessuti e allacciati da molti nodi. Oliva è la figlia di Nina. Alla morte della madre, la zia Nur la prende con sé e la riporta in quel Libano lontano, terra d’origine della madre, un luogo amato e odiato. E comincia, così, un percorso di rielaborazione memoriale, un cammino accidentato – ma, al tempo stesso, ricco di umanità e di contatti – che conduce ogni protagonista a un luogo di futuro benessere. Ogni donna, nella storia, si trova a dover fare i conti con scoperte inedite, con percorsi inattesi e alcuni infruttuosi, con decisioni da prendere e nuovi incontri che squarciano un panorama noto e proiettano nei territori sconosciuti e apparentemente terrificanti della diversità e dell’ineguaglianza.
I legami familiari, quello tra sorelle, quello tra madre e figlia, quello tra zia e nipote, quello tra amate (ma anche quello tra padre e figlia), vengono sviscerati e affrontati con attenzione e puntualità, con la sottaciuta consapevolezza che non si possa tutto contenere nel bordo di un foglio. Mentre si plasmano concreti, a tutto tondo, in carne e fiato, i personaggi alimentano anche le nostre coscienze, ci si palesano come concreti, realmente esistenti, come se si potessero trovare sul pianerottolo di casa o alla fermata della metro. Quelli di Camilla de Concini son personaggi genuini nel senso più puro del termine, perché non stra-ordinari né stupefacenti, quanto piuttosto eroi del quotidiano, paladini di una vita che a tutti potrebbe toccare, con le sue sofferenze e i dolori da distillare goccia a goccia.
Tanti scenari ci passano davanti agli occhi, in questo romanzo, che è anche un’avventura di orizzonti e confini diversi, una storia che si dipana attraverso terre diverse e apparentemente lontane, che fugge dai colli bolognesi, tocca Mostar e le ferite ancora evidenti di una guerra assurda, approda in Libano, in un’altra terra martoriata da ferite profonde, per poi perdersi in altre città e popoli, tagliando con una facilità sorprendente qualsiasi frontiera e barriera: perché l’amore ha, più o meno banalmente, la potenza di un tifone, la furia tellurica di un terremoto, e non si è può di certo fermare impotente di fronte all’assenza di un timbro.
Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=bxRVsw_ll-Q