Poco importa se Walt Whitman, il padre della poesia statunitense, fosse effettivamente omosessuale: la struggente bellezza della sezione Calamus del suo capolavoro Foglie d’erba è un dono stupefacente a ogni tipo di amore, perché ogni amore merita lo stesso rispetto e gli stessi diritti. Oggi leggo, #avocealta#, A un ignoto.
Nato nella Maremma toscana trent'anni fa (ora più, ora meno), studente a Firenze e Roma, adesso operatore sociale ad Aosta. Senza dubbio si può definire un "migrante". Ma solo per passione, perciò fortunato. Al quarto libro di poesie ("Migrando", END Edizioni, 2014), cercare di star fermo il meno possibile: non ha ancora trovato nessun antidoto (ammesso che lo stia cercando) alla sua irrequietudine. In uscita, il libro da lui curato con la collega Tiziana Gagliardi "Stran(i)eri. Storie di alfabetizzazione" (END Edizioni, 2019) che raccoglie l'esperienza dei tre anni della Scuola di italiano DoubleTe per richiedenti asilo e profughi di Aosta.
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